VERNISSAGE
Lunedì 3 aprile 2017, 18.30
INGRESSO LIBERO
LA MOSTRA
dal 3 aprile al 7 aprile 2017: tutti i giorni dalle 11.00 alle 21.00 con visita guidata dalla redazione di floornature.com
dal 10 aprile al 12 maggio 2017: Giovedì-Venerdì: 16.00-19.30 con visita guidata dalla redazione di Floornature.com Per visite su appuntamento: Paolo Schianchi – paolo@floornature.com (per gruppi di minimo 5 persone)
SpazioFMG per l’Architettura festeggia i suoi primi 10 anni con una mostra d’eccezione, che conferma il suo interesse verso la produzione architettonica di alta qualità e i contesti geografici emergenti. Dal 3 aprile 2017, la galleria ospita la mostra “Sections of Autonomy. Six Korean Architects”, dedicata ai sei progettisti coreani contemporanei più interessanti e sperimentali.
Per il suo decimo anniversario SpazioFMG per l’Architettura, galleria showroom dei brand Iris Ceramica e FMG Fabbrica Marmi e Graniti, continua a indagare i territori meno esplorati dell’architettura contemporanea, con una mostra dedicata alla Corea del Sud: “Sections of Autonomy. Six Korean Architects”. SpazioFMG è la seconda tappa della mostra, curata da Choi Won-joon e Luca Galofaro, recentemente ospitata alla Fondazione Pastificio Cerere di Roma, che si presenta sotto una nuova veste grazie al contributo del curatore milanese Luca Molinari.
La mostra esplora il lavoro di una generazione di professionisti che si è affermata tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni 2000. In un paese finalmente democratico e liberato dalle pressioni ideologiche di una dittatura ventennale, questi progettisti hanno potuto esprimere la propria individualità, elaborando i temi del presente in una sintesi virtuosa di valorizzazione della cultura locale e attenzione alla ricerca architettonica internazionale.
Il lavoro dei sei architetti viene raccontato attraverso le loro parole, i disegni tecnici e i modelli prodotti dai loro studi e le fotografie d’autore che hanno commissionato. Questo ricchissimo caleidoscopio di visioni e suggestioni racconta la vivacità e la complessità del paesaggio urbano delle metropoli coreane, dove l’altissima densità determina forme sempre nuove di intersezione e stratificazione degli spazi pubblici, collettivi e privati.
I protagonisti assoluti della mostra sono i progetti di:
Choi Moon-gyu (Ga.A Architects), Jang Yoon-gyoo (Unsangdong Architects Cooperation), Kim Jong-kyu (M.A.R.U.), Kim Jun-sung (Architecture Studio hANd), Kim Seung-hoy (KYWC Architects), Kim Young-joon (YO2 Architects).
“Questa mostra racconta il tentativo di una generazione di ripensare il rapporto tra architettura e luogo urbano. Questi sei architetti cercano infatti di definire la città come spazio di vita collettivo. Ogni edificio definisce una precisa forma urbana in cui il limite tra pubblico e privato sembra svanire” spiega il curatore romano Luca Garofalo.
“L’Asia continua ad attrarre l’attenzione, ma sono sempre la Cina dei progetti su grande scala e il Giappone della sperimentazione sull’architettura domestica al centro dello sguardo dell’occidente. La Corea non cerca di stupire con grandi progetti e non trasforma la ricerca in un’esigenza dell’individuo ad esprimere i propri desideri, ma definisce i limiti di una nuova oggettività”.
Ed è proprio per offrire al pubblico milanese un punto di vista privilegiato sui mondi meno conosciuti dell’architettura contemporanea che SpazioFMG accoglie “Sections of Autonomy. Six Korean Architects” come racconta Luca Molinari, responsabile scientifico della galleria:
“Per festeggiare i suoi primi 10 anni, SpazioFMG conferma la vocazione per le realtà e i contesti geografici più sperimentali, dopo le esplorazioni giapponesi di Architecture as a piece of nature (2011), l’approfondimento sul continente africano di Together. Visions from contemporary African architecture (2014), e il viaggio fotografico attraverso la Norvegia di Norway. Architecture, infrastructure, landscape (2016). L’occasione di ospitare Sections of Autonomy. Six Korean Architects è una preziosa opportunità di approfondimento e confronto con i paesaggi urbani e la produzione architettonica della Corea del Sud, di altissima qualità ma ancora poco esplorata”.